LUOGHI DA VISITARE IN SICILIA
La Sicilia è la più grande Regione d'Italia e visitarla in maniera completa implica diversi spostamenti lungo i vari angoli dell'Isola del Sole.
Per agevolarvi nella scelta dei luoghi da visitare li abbiamo suddivisi per Province
Per agevolarvi nella scelta dei luoghi da visitare li abbiamo suddivisi per Province
LUOGHI DA VISITARE IN PROVINCIA DI MESSINA E CATANIA
Il Teatro del Tindari e Marinello
Il Teatro del Tindari e Marinello
Il teatro di Tindari venne costruito in forme greche alla fine del IV secolo a.C. e in seguito rimaneggiato in epoca romana, con una nuova decorazione e l'adattamento a sede per i giochi dell'anfiteatro.
Rimasto a lungo in abbandono e conosciuto solo per le illustrazioni del XIX secolo, era appoggiato alla naturale conformazione a conca della collina, nella quale furono scavate le gradinate dei sedili (0,40 m di altezza e 0,70 m di profondità) della cavea, che doveva raggiungere una capienza di circa 3000 posti. In etàromana vi si aggiunse un portico in opera laterizia e la ricostruzione della scena, di cui restano solo le fondazioni e un'arcata, restaurata nel 1939. L'orchestra venne trasformata in un'arena, circondando la cavea con un muro e sopprimendone i quattro gradini inferioriche.
Rimasto a lungo in abbandono e conosciuto solo per le illustrazioni del XIX secolo, era appoggiato alla naturale conformazione a conca della collina, nella quale furono scavate le gradinate dei sedili (0,40 m di altezza e 0,70 m di profondità) della cavea, che doveva raggiungere una capienza di circa 3000 posti. In etàromana vi si aggiunse un portico in opera laterizia e la ricostruzione della scena, di cui restano solo le fondazioni e un'arcata, restaurata nel 1939. L'orchestra venne trasformata in un'arena, circondando la cavea con un muro e sopprimendone i quattro gradini inferioriche.
Taormina
TAORMINA
(Taurmina in siciliano) è un comune italiano di 11.119 abitanti della provincia di Messina in Sicilia. È uno dei centri turistici internazionali di maggiore rilievo della Sicilia per il suo incantevole paesaggio naturale, le bellezze marine e i suoi monumenti storici. Sull'origine di Taormina (Tauromenion, Tauromenium) molte sono le notizie, ma incerte per documentazione e attendibilità. Diodoro Siculo, nel 14° libro della sua Bibliotheca historica, attesta che i Siculi abitavano la rocca di Taormina, vivendo di agricoltura e di allevamento di bestiame, già prima dello sbarco dei Grecidi Calcide Eubea nella baia di Taormina (753 a.C.), dove alle foci del fiume Alcantara, fondaronoNaxos (odierna Giardini Naxos), la prima colonia greca di Sicilia. Dionisio di Siracusa, di originedorica, ed alleato di Sparta nella guerra contro Atene, tollerò per poco tempo la presenza degliJonici di Calcide Eubea a Naxos, alleati di Atene, ma successivamente mosse contro di essi che andarono ad occupare la parte a valle del Monte Tauro, in cui vivevano i Siculi insieme ad altri jonici che si erano precedentemente insediati da Naxos.
Ma negli anni della XCVI Olimpiade (396 a.C.) i nassioti in massa, minacciati da Dionisio, tiranno di Siracusa, si trasferirono a Tauromenion, spinti da Imilcone, condottiero dei Cartaginesi, alleato degli Jonici contro i Dorici, perché il colle era da considerarsi fortificato per natura. Poiché il tiranno di Siracusa voleva riprendersi con violenza il territorio dei Tauromenitani, essi risposero che apparteneva loro di diritto, poiché i propri antenati Greci ne avevano già preso possesso prima di loro stessi, scacciando gli abitanti locali.
Afferma Vito Amico che la suddetta versione sulle origini di Taormina fornita da Diodoro è contraddetta nel 16° libro, quando sostiene cheAndromaco, dopo l'eccidio di Naxos del 403 a.C., radunati i superstiti li convince ad attestarsi nel 358 a.C. sulle pendici del vicino colle "dalla forma di toro", e di conseguenza il nascente abitato prese il nome di Tauromenion, toponimo composto da Toro e dalla forma greca menein, che significa rimanere[3].
Mentre le notizie fornite da Cluverio concordano con la seconda versione di Diodoro, Strabone narra che Taormina abbia avuto origine dagliZanclei e dai Nassi. Ciò chiarirebbe in qualche modo, l'affermazione di Plinio, il quale afferma che Taormina in origine si chiamava Naxos.
Secondo la testimonianza di Diodoro Siculo, Taormina, governata saggiamente da Andromaco, progredisce, risplendendo in opulenza e in potenza. Nel 345 a.C. Timoleone da Corinto, sbarca e raggiunge Tauromenium, per chiedere l'appoggio militare al fine di sostenere la libertà dei Siracusani.
Ma negli anni della XCVI Olimpiade (396 a.C.) i nassioti in massa, minacciati da Dionisio, tiranno di Siracusa, si trasferirono a Tauromenion, spinti da Imilcone, condottiero dei Cartaginesi, alleato degli Jonici contro i Dorici, perché il colle era da considerarsi fortificato per natura. Poiché il tiranno di Siracusa voleva riprendersi con violenza il territorio dei Tauromenitani, essi risposero che apparteneva loro di diritto, poiché i propri antenati Greci ne avevano già preso possesso prima di loro stessi, scacciando gli abitanti locali.
Afferma Vito Amico che la suddetta versione sulle origini di Taormina fornita da Diodoro è contraddetta nel 16° libro, quando sostiene cheAndromaco, dopo l'eccidio di Naxos del 403 a.C., radunati i superstiti li convince ad attestarsi nel 358 a.C. sulle pendici del vicino colle "dalla forma di toro", e di conseguenza il nascente abitato prese il nome di Tauromenion, toponimo composto da Toro e dalla forma greca menein, che significa rimanere[3].
Mentre le notizie fornite da Cluverio concordano con la seconda versione di Diodoro, Strabone narra che Taormina abbia avuto origine dagliZanclei e dai Nassi. Ciò chiarirebbe in qualche modo, l'affermazione di Plinio, il quale afferma che Taormina in origine si chiamava Naxos.
Secondo la testimonianza di Diodoro Siculo, Taormina, governata saggiamente da Andromaco, progredisce, risplendendo in opulenza e in potenza. Nel 345 a.C. Timoleone da Corinto, sbarca e raggiunge Tauromenium, per chiedere l'appoggio militare al fine di sostenere la libertà dei Siracusani.
ISOLE EOLIE
ISOLE EOLIE
(Ìsuli Eoli in siciliano), dette anche Isole Lipari, sono un arcipelago dell'Italia appartenente all'arco Eoliano, in Sicilia.
L'arcipelago, di origine vulcanica, è situato nel Mar Tirreno, a nord della costa siciliana. Comprendono ben due vulcani attivi, Stromboli eVulcano, oltre a vari fenomeni di vulcanismo secondario.
Amministrativamente compreso nella provincia di Messina, l'arcipelago è una destinazione turistica sempre più popolare: le isole, infatti, attraggono fino a 200.000 visitatori annuali.
Nell'anno 2000 le Eolie sono state nominate patrimonio dell'umanità dall'UNESCO per i fenomeni vulcanici.
La presenza umana nell'arcipelago risulta sin dalla notte dei tempi. Le genti preistoriche vennero infatti sicuramente attratte dalla presenza di grandi quantità di ossidiana, sostanza vetrosa di origine vulcanica grazie alla quale le Eolie furono al centro di fiorenti rotte commerciali sin dai tempi di Roma antica. I primi insediamenti si ebbero già alcuni secoli prima del 4000 a.C., nell'età neolitica. L'ossidiana, che a quei tempi era un materiale ricercatissimo grazie al fatto di essere il più tagliente di cui l'uomo dell'epoca disponeva, generò traffici commerciali così intensi da conferire grande prosperità alle isole. Da Lipari era esportata in gran quantità verso la Sicilia, l'Italia meridionale, la Liguria, la Provenza e laDalmazia. A Lipari nacque così uno degli insediamenti più popolosi del Mediterraneo, e a partire dal 3000 a.C. la ricchezza di Lipari si estese alle altre sei isole, che cominciarono ad essere popolate. Tra il XVI e il XIV secolo a.C. divennero importanti perché poste sulla rotta commerciale dei metalli, in particolare lo stagno che giungeva via mare dai lontani empori della Britannia e transitava per lo stretto di Messina verso oriente. Mentre in Sicilia si afferma la Cultura di Castelluccio, a Capo Graziano, nell'isola di Filicudi , e anche a Lipari, si diffonde la cosiddetta Cultura Eoliana caratterizzata dal commercio più che dall'agricoltura, con le sue capanne circolari con pareti di pietre a secco, quasi a strapiombo sul mare e una propria ceramica. Le isole furono colonizzate dai Greci, intorno al 580 a.C., che chiamarono le isole Eoliepoiché ritenevano che fossero la dimora del dio dei venti, Eolo, un mito questo destinato ad affermarne la "grecità".
Nel 260 furono teatro della battaglia di Lipari tra Roma e Cartagine. In epoca romana divennero centri di commercio dello zolfo, dell'allume e del sale.
Lo storico biblico Giuseppe Flavio menziona una popolazione forse in relazione con le Eolie: "Elisa diede il nome agli Eliseani ed essi sono ora gli Aeoliani". Elisa si riferisce al nipote di Iafet, figlio di Noè.
Nel 1544, quando la Spagna dichiarò guerra alla Francia, il re francese Francesco I chiese aiuto al sultano ottomano Solimano il Magnifico. Questo mandò una flotta comandata da Khayr al-Din Barbarossa che fece rotta sulle isole Eolie e le attaccò uccidendo e deportando i suoi abitanti. Secondo il suo disegno le Eolie avrebbero dovuto essere l'avamposto dal quale attaccare Napoli.
Nel corso dei secoli l'arcipelago venne ripopolato di nuovo da comunità spagnole, siciliane e del resto d'Italia. In epoca borbonica l'isola di Vulcano veniva usata come colonia penale per l'estrazione coatta di allume e zolfo.
L'arcipelago, di origine vulcanica, è situato nel Mar Tirreno, a nord della costa siciliana. Comprendono ben due vulcani attivi, Stromboli eVulcano, oltre a vari fenomeni di vulcanismo secondario.
Amministrativamente compreso nella provincia di Messina, l'arcipelago è una destinazione turistica sempre più popolare: le isole, infatti, attraggono fino a 200.000 visitatori annuali.
Nell'anno 2000 le Eolie sono state nominate patrimonio dell'umanità dall'UNESCO per i fenomeni vulcanici.
La presenza umana nell'arcipelago risulta sin dalla notte dei tempi. Le genti preistoriche vennero infatti sicuramente attratte dalla presenza di grandi quantità di ossidiana, sostanza vetrosa di origine vulcanica grazie alla quale le Eolie furono al centro di fiorenti rotte commerciali sin dai tempi di Roma antica. I primi insediamenti si ebbero già alcuni secoli prima del 4000 a.C., nell'età neolitica. L'ossidiana, che a quei tempi era un materiale ricercatissimo grazie al fatto di essere il più tagliente di cui l'uomo dell'epoca disponeva, generò traffici commerciali così intensi da conferire grande prosperità alle isole. Da Lipari era esportata in gran quantità verso la Sicilia, l'Italia meridionale, la Liguria, la Provenza e laDalmazia. A Lipari nacque così uno degli insediamenti più popolosi del Mediterraneo, e a partire dal 3000 a.C. la ricchezza di Lipari si estese alle altre sei isole, che cominciarono ad essere popolate. Tra il XVI e il XIV secolo a.C. divennero importanti perché poste sulla rotta commerciale dei metalli, in particolare lo stagno che giungeva via mare dai lontani empori della Britannia e transitava per lo stretto di Messina verso oriente. Mentre in Sicilia si afferma la Cultura di Castelluccio, a Capo Graziano, nell'isola di Filicudi , e anche a Lipari, si diffonde la cosiddetta Cultura Eoliana caratterizzata dal commercio più che dall'agricoltura, con le sue capanne circolari con pareti di pietre a secco, quasi a strapiombo sul mare e una propria ceramica. Le isole furono colonizzate dai Greci, intorno al 580 a.C., che chiamarono le isole Eoliepoiché ritenevano che fossero la dimora del dio dei venti, Eolo, un mito questo destinato ad affermarne la "grecità".
Nel 260 furono teatro della battaglia di Lipari tra Roma e Cartagine. In epoca romana divennero centri di commercio dello zolfo, dell'allume e del sale.
Lo storico biblico Giuseppe Flavio menziona una popolazione forse in relazione con le Eolie: "Elisa diede il nome agli Eliseani ed essi sono ora gli Aeoliani". Elisa si riferisce al nipote di Iafet, figlio di Noè.
Nel 1544, quando la Spagna dichiarò guerra alla Francia, il re francese Francesco I chiese aiuto al sultano ottomano Solimano il Magnifico. Questo mandò una flotta comandata da Khayr al-Din Barbarossa che fece rotta sulle isole Eolie e le attaccò uccidendo e deportando i suoi abitanti. Secondo il suo disegno le Eolie avrebbero dovuto essere l'avamposto dal quale attaccare Napoli.
Nel corso dei secoli l'arcipelago venne ripopolato di nuovo da comunità spagnole, siciliane e del resto d'Italia. In epoca borbonica l'isola di Vulcano veniva usata come colonia penale per l'estrazione coatta di allume e zolfo.
IL VULCANO ETNA
IL VULCANO ETNA
(Mungibeddu o 'a Muntagna in siciliano) è un complesso vulcanico siciliano originatosi nel Quaternario ed ancora attivo. Con le diverse eruzioni ad esso connesse ha modificato incessantemente il paesaggio, minacciando spesso le diverse comunità umane che nei millenni si sono insediate intorno ad esso. La sua superficie è caratterizzata da una ricca varietà di ambienti che alterna paesaggi urbani, folti boschi che conservano diverse specie botaniche endemiche ad aree desolate ricoperte da roccia vulcanica e periodicamente soggette ad innevamento alle maggiori quote.
L'Etna sorge a ovest della costa orientale della Sicilia, entro il territorio della Provincia di Catania ed è attraversato dal 15º meridiano est, che da esso prende il nome.
Trattandosi di uno stratovulcano, la sua altezza varia nel tempo a causa delle sue eruzioni che ne determinano l'innalzamento o l'abbassamento. Così nel 2011 raggiungeva i 3.340 m. s.l.m., nel 2010 3.350 m., 3.274 m. nel 1900, 3.326 m. nel 1950 e 3.269 m. nel 1942. Esso occupa una superficie di 1570 km², il suo diametro è di circa 45 chilometri e il suo perimetro è di 65 km. Le sue dimensioni lo pongono tra i maggiori al mondo e, dal punto di vista prettamente geologico, il più alto del continente europeo.
A proposito del dio Eolo, il re dei venti, si diceva che avesse imprigionato i venti sotto le caverne dell'Etna. Secondo il poeta Eschilo, il gigante Tifone fu confinato nell'Etna e fu motivo di eruzioni. Un altro gigante, Encelado, si ribellò contro gli dei, venne ucciso e fu bruciato nell'Etna. Su Efesto o Vulcano, dio del fuoco e della metallurgia e fabbro degli dei, venne detto di aver avuto la sua fucina sotto l'Etna e di aver domato il demone del fuoco Adranos e di averlo guidato fuori dalla montagna, mentre i Ciclopi vi tenevano un'officina di forgiatura nella quale producevano le saette usate come armi da Zeus. Si supponeva che il "mondo dei morti" greco, il Tartaro, fosse situato sotto l'Etna.
Su Empedocle, un importante filosofo presocratico e uomo politico greco del V secolo a.C., venne detto che si buttò nel cratere del vulcano, anche se in realtà sembra che sia morto in Grecia. Si dice che quando l'Etna eruttò nel 252, un anno dopo il martirio di Santa Agata, il popolo di Catania prese il velo della Santa, rimasto intatto dalle fiamme del suo martirio, e ne invocò il nome. Si dice che a seguito di ciò l'eruzione finì, mentre il velo divenne rosso sangue, e che per questo motivo i devoti invocano il suo nome contro il fuoco e fulmini.
Re Artù risiederebbe, secondo la leggenda, in un castello sull'Etna, il cui celato ingresso sarebbe una delle tante e misteriose grotte che la costellano. Il mitico re dei Sassoni appare anche in una leggenda, quella del cavallo del vescovo, narrata da Gervasio di Tilbury. Secondo una leggenda inglese l'anima della regina Elisabetta I d'Inghilterra ora risiede nell'Etna, a causa di un patto che lei fece col diavolo in cambio del suo aiuto per governare il regno.
L'Etna sorge a ovest della costa orientale della Sicilia, entro il territorio della Provincia di Catania ed è attraversato dal 15º meridiano est, che da esso prende il nome.
Trattandosi di uno stratovulcano, la sua altezza varia nel tempo a causa delle sue eruzioni che ne determinano l'innalzamento o l'abbassamento. Così nel 2011 raggiungeva i 3.340 m. s.l.m., nel 2010 3.350 m., 3.274 m. nel 1900, 3.326 m. nel 1950 e 3.269 m. nel 1942. Esso occupa una superficie di 1570 km², il suo diametro è di circa 45 chilometri e il suo perimetro è di 65 km. Le sue dimensioni lo pongono tra i maggiori al mondo e, dal punto di vista prettamente geologico, il più alto del continente europeo.
A proposito del dio Eolo, il re dei venti, si diceva che avesse imprigionato i venti sotto le caverne dell'Etna. Secondo il poeta Eschilo, il gigante Tifone fu confinato nell'Etna e fu motivo di eruzioni. Un altro gigante, Encelado, si ribellò contro gli dei, venne ucciso e fu bruciato nell'Etna. Su Efesto o Vulcano, dio del fuoco e della metallurgia e fabbro degli dei, venne detto di aver avuto la sua fucina sotto l'Etna e di aver domato il demone del fuoco Adranos e di averlo guidato fuori dalla montagna, mentre i Ciclopi vi tenevano un'officina di forgiatura nella quale producevano le saette usate come armi da Zeus. Si supponeva che il "mondo dei morti" greco, il Tartaro, fosse situato sotto l'Etna.
Su Empedocle, un importante filosofo presocratico e uomo politico greco del V secolo a.C., venne detto che si buttò nel cratere del vulcano, anche se in realtà sembra che sia morto in Grecia. Si dice che quando l'Etna eruttò nel 252, un anno dopo il martirio di Santa Agata, il popolo di Catania prese il velo della Santa, rimasto intatto dalle fiamme del suo martirio, e ne invocò il nome. Si dice che a seguito di ciò l'eruzione finì, mentre il velo divenne rosso sangue, e che per questo motivo i devoti invocano il suo nome contro il fuoco e fulmini.
Re Artù risiederebbe, secondo la leggenda, in un castello sull'Etna, il cui celato ingresso sarebbe una delle tante e misteriose grotte che la costellano. Il mitico re dei Sassoni appare anche in una leggenda, quella del cavallo del vescovo, narrata da Gervasio di Tilbury. Secondo una leggenda inglese l'anima della regina Elisabetta I d'Inghilterra ora risiede nell'Etna, a causa di un patto che lei fece col diavolo in cambio del suo aiuto per governare il regno.
SAVOCA (dove è stato girato il Padrino)
SAVOCA
(Sàvuca in siciliano) è un comune italiano di 1.827 abitanti della provincia di Messina in Sicilia.
Savoca, borgo arroccato sopra un colle roccioso. Città d'arte e "paese dalle sette facce", dal 2008 è inserita tra i Borghi più belli d'Italia. Ha un'economia prevalentemente agricola che però si sta votando al turismo culturale. Sussistono coltivazioni di agrumeti, vigneti, uliveti, frutteti, mandorli, ortaggi e, allevamenti rurali di bovini, pecore, capre e suini. Conserva, nel suo territorio, antiche vestigia di origine medioevale, rinascimentale e barocca. È famoso anche perché possiede una cripta in cui sono custodite ed esposte le salme imbalsamate di alcuni notabili del paese risalenti ai secc. XVIII e XIX e, per essere stato scelto come set di numerosi film di grande successo, come il Padrino di Francis Ford Coppola del 1972 e La vita rubata del 2007. Negli ultimi anni ha destato l'attenzione di svariati intellettuali ed artisti: tra tutti, oltre a Coppola, Al Pacino, Leonardo Sciascia, Beppe Fiorello, Graziano Diana, Vittorio Sgarbi e Federico Moccia. Savoca fa parte del comprensorio turistico dellaValle d'Agrò ed è altresì comune aderente all'Unione dei Comuni delle Valli joniche dei Peloritani e del P.I.T.13.
Il comune di Savoca ha un'estensione di circa 8 km². L'abitato è costituito da un centro storico e da tante frazioni più o meno piccole immerse nella campagna. La vegetazione presente è quella tipicamente mediterranea: nelle zone pianeggianti ci sono dei rigogliosi agrumeti, mentre nelle zone collinari sono presenti vasti vigneti ed uliveti. Il capoluogo comunale si trova a 303 metri s.l.m., conta 106 abitanti ed è costituito da un borgo medioevale ormai scarsamente popolato. La maggior parte della popolazione abita le frazioni di Rina (498 abitanti), San Francesco di Paola (407 abitanti) e Contura, che si trovano nei pressi della Fiumara d'Agrò nell'omonima valle. Le altre frazioni sono: Cucco, Màllina, Romissa, Mancusa, Mortilla, Botte, Rogani e Cantidati Superiore; ormai del tutto spopolate ed abbandonate sono le frazioni di Barone, Cannuli, Malerba e Rapone.
Savoca, borgo arroccato sopra un colle roccioso. Città d'arte e "paese dalle sette facce", dal 2008 è inserita tra i Borghi più belli d'Italia. Ha un'economia prevalentemente agricola che però si sta votando al turismo culturale. Sussistono coltivazioni di agrumeti, vigneti, uliveti, frutteti, mandorli, ortaggi e, allevamenti rurali di bovini, pecore, capre e suini. Conserva, nel suo territorio, antiche vestigia di origine medioevale, rinascimentale e barocca. È famoso anche perché possiede una cripta in cui sono custodite ed esposte le salme imbalsamate di alcuni notabili del paese risalenti ai secc. XVIII e XIX e, per essere stato scelto come set di numerosi film di grande successo, come il Padrino di Francis Ford Coppola del 1972 e La vita rubata del 2007. Negli ultimi anni ha destato l'attenzione di svariati intellettuali ed artisti: tra tutti, oltre a Coppola, Al Pacino, Leonardo Sciascia, Beppe Fiorello, Graziano Diana, Vittorio Sgarbi e Federico Moccia. Savoca fa parte del comprensorio turistico dellaValle d'Agrò ed è altresì comune aderente all'Unione dei Comuni delle Valli joniche dei Peloritani e del P.I.T.13.
Il comune di Savoca ha un'estensione di circa 8 km². L'abitato è costituito da un centro storico e da tante frazioni più o meno piccole immerse nella campagna. La vegetazione presente è quella tipicamente mediterranea: nelle zone pianeggianti ci sono dei rigogliosi agrumeti, mentre nelle zone collinari sono presenti vasti vigneti ed uliveti. Il capoluogo comunale si trova a 303 metri s.l.m., conta 106 abitanti ed è costituito da un borgo medioevale ormai scarsamente popolato. La maggior parte della popolazione abita le frazioni di Rina (498 abitanti), San Francesco di Paola (407 abitanti) e Contura, che si trovano nei pressi della Fiumara d'Agrò nell'omonima valle. Le altre frazioni sono: Cucco, Màllina, Romissa, Mancusa, Mortilla, Botte, Rogani e Cantidati Superiore; ormai del tutto spopolate ed abbandonate sono le frazioni di Barone, Cannuli, Malerba e Rapone.
MILAZZO
MILAZZO
(Milazzu in siciliano) è un comune italiano di 35.223 abitanti[3] della provincia di Messina in Sicilia.
La città è posta tra due golfi, quello di Milazzo a est e quello di Patti a ovest, in un luogo strategico della Sicilia nord-orientale. Distante 43 km dal capoluogo rientra nell'area metropolitana dello Stretto, è il punto di riferimento di un comprensorio di 204.000 abitanti circa.
In origine città greca, e dal 36 a.C. riconosciuta come civitas Romana, Milazzo è oggi una meta turistica ed un ottimo punto di partenza per leIsole Eolie, il Parco dei Nebrodi, Tindari. Numerose sono infatti le testimonianze, simboli della storia millenaria della città.
Sono in corso progetti mirati ad inserire il Castello, la città fortificata e il borgo antico tra i siti UNESCO ed a costituire la Riserva Marina del Promontorio di Capo Milazzo.
La città è posta tra due golfi, quello di Milazzo a est e quello di Patti a ovest, in un luogo strategico della Sicilia nord-orientale. Distante 43 km dal capoluogo rientra nell'area metropolitana dello Stretto, è il punto di riferimento di un comprensorio di 204.000 abitanti circa.
In origine città greca, e dal 36 a.C. riconosciuta come civitas Romana, Milazzo è oggi una meta turistica ed un ottimo punto di partenza per leIsole Eolie, il Parco dei Nebrodi, Tindari. Numerose sono infatti le testimonianze, simboli della storia millenaria della città.
Sono in corso progetti mirati ad inserire il Castello, la città fortificata e il borgo antico tra i siti UNESCO ed a costituire la Riserva Marina del Promontorio di Capo Milazzo.
ALCANTARA
ALCANTARA
Alcantara è un fiume della Sicilia orientale lungo 52 chilometri, tributario del Mar Ionio. Il suo bacino idrico si estende per circa 573 km² nelle province di Messina e di Catania ed è tutelato dall'Ente Parco Fluviale dell'Alcantara.
L'Alcantara nasce dai Nebrodi a circa 1.400 m dalla Serra Baratta in Provincia di Messina. Dirigendosi impetuoso verso sud entra in Provincia di Catania giungendo in breve nella parte Nord della cittadina di Randazzo: qui muta bruscamente direzione grazie alla "spinta" del suo principale affluente di destra: il fiume Flascio. Rimpinguato notevolmente nella portata dall'affluente l'Alcantara si dirige verso est compiendo praticamente un angolo retto (è da precisare che sulle carte il fiume principale parebbe essere addirittura il Flascio e non l'Alcantara tanto è netto l'angolo di confluenza). Da qui il fiume prende a scorrere tra il massiccio di origine vulcanica del monte Etna a sud e i contrafforti meridionali dei montiNebrodi e Peloritani a nord, fungendo sino alla foce da confine tra le province di Messina e Catania. Dal comune di Moio Alcantara in poi il fiume inizia a scorrere per lo più incassato, lambendo i centri di Francavilla di Sicilia e Castiglione di Sicilia. Presso Motta Camastra in località Fondaco Motta, dopo aver ricevuto da sinistra il torrente Zavianni, il fiume si inforra in uno spettacolare tratto ingolato costituito da lave basaltiche, vecchie di 300.000 anni, delle fessurazioni pre-etnee, le cosiddette Gole dell'Alcantara, meta assai celebre e frequentata ogni anno da migliaia di turisti. Da Gaggi fino verso Calatabiano il fiume amplia l'alveo per tornare a restringersi in prossimità della foce, nel territorio di Giardini-Naxos, dove solcano le campate del famoso ponte di origine arabaAl qantarah (il ponte ad arco), dal quale derivò il nome di questo meraviglioso corso d'acqua. La foce avviene nel Mar Ionio e precisamente in loc. San Marco.
Tra i comuni attraversati ci sono:[Floresta), [Santa Domenica Vittoria]], Randazzo, Mojo Alcantara, Castiglione di Sicilia, Francavilla di Sicilia, Motta Camastra, Graniti, Gaggi, Calatabiano,Taormina e Giardini Naxos.
L'Alcantara nasce dai Nebrodi a circa 1.400 m dalla Serra Baratta in Provincia di Messina. Dirigendosi impetuoso verso sud entra in Provincia di Catania giungendo in breve nella parte Nord della cittadina di Randazzo: qui muta bruscamente direzione grazie alla "spinta" del suo principale affluente di destra: il fiume Flascio. Rimpinguato notevolmente nella portata dall'affluente l'Alcantara si dirige verso est compiendo praticamente un angolo retto (è da precisare che sulle carte il fiume principale parebbe essere addirittura il Flascio e non l'Alcantara tanto è netto l'angolo di confluenza). Da qui il fiume prende a scorrere tra il massiccio di origine vulcanica del monte Etna a sud e i contrafforti meridionali dei montiNebrodi e Peloritani a nord, fungendo sino alla foce da confine tra le province di Messina e Catania. Dal comune di Moio Alcantara in poi il fiume inizia a scorrere per lo più incassato, lambendo i centri di Francavilla di Sicilia e Castiglione di Sicilia. Presso Motta Camastra in località Fondaco Motta, dopo aver ricevuto da sinistra il torrente Zavianni, il fiume si inforra in uno spettacolare tratto ingolato costituito da lave basaltiche, vecchie di 300.000 anni, delle fessurazioni pre-etnee, le cosiddette Gole dell'Alcantara, meta assai celebre e frequentata ogni anno da migliaia di turisti. Da Gaggi fino verso Calatabiano il fiume amplia l'alveo per tornare a restringersi in prossimità della foce, nel territorio di Giardini-Naxos, dove solcano le campate del famoso ponte di origine arabaAl qantarah (il ponte ad arco), dal quale derivò il nome di questo meraviglioso corso d'acqua. La foce avviene nel Mar Ionio e precisamente in loc. San Marco.
Tra i comuni attraversati ci sono:[Floresta), [Santa Domenica Vittoria]], Randazzo, Mojo Alcantara, Castiglione di Sicilia, Francavilla di Sicilia, Motta Camastra, Graniti, Gaggi, Calatabiano,Taormina e Giardini Naxos.